una macchina di separazione…e sono ancora qui.

ore 18.28. Sto tornando a casa in autostrada.
Ma questa volta, lo scenario è molto….molto diverso.
C’è traffico. La gente vuole tornare a casa dalle proprie famiglie. Anche io.
Sto viaggiando in terza corsia a 110 km/h. E’ una buona velocità considerando il traffico intenso. La macchina che mi precede è abbastanza vicina, ma cerco di tenere la giusta distanza. La macchina che mi segue è anche lei ad una distanza normale.
All’improvviso le macchina davanti a me frenano, tutte quante sia sulla corsia di sorpasso che su quella centrale.
Considerando la velocità e la distanza, però, si tratta di una frenata impegnativa…troppo.
Per riuscire a frenare in tempo devo premere a fondo sul freno, scalare le marce e farmi aiutare dal freno motore del mio diesel e sperare che tutto vada bene.
Ok. ci siamo. Questa è una di quelle situazioni molto delicate, dove, con il senno di poi, ti rendi veramente conto che un decimo di secondo di ritardo può fare la differenza.
Inizio a frenare con forza, per evitare di tamponare la macchina davanti a me. Però non devo frenare troppo velocemente, per evitare che la macchina dietro a me, nell’ipotesi che abbia una reazione più lenta o uno spazio di frenata più lunga, mi venga a stringere la mano di persona a più di 100 km/h. La macchina che mi segue è una fiat croma.
Prima di scalare le marce (quasi contemporaneamente all’inizio delle frenata) aziono il pulsante delle quattro frecce di emergenza, per anticipare a chi mi segue, della situazione di emergenza.
La mano preme il pulsante rosso e con lo stesso movimento, sposto la mano sulla leva del cambio per iniziare la scalata.
Ok, sta funzionando. Guardo davanti per vedere quanto manca all’impatto con la macchina che mi precede e subito dopo controllo che la croma non sia ancora arrivata tanto vicino da leggermi l’etichetta della camica. Dietro alla croma intravedo un taxi bianco che, anche lui coinvolto nella frenata del trenino, inizia a sbandare per via della forte decelerazione.
Un ultimo controllo con la macchina davanti e poi torno alla scena che si sta consumando alle mie spalle. La croma riesce a controllare la frenata. Meno male. Il taxi bianco riesce anche lui ad evitare di unirsi con la croma. Purtroppo per lui, chi lo segue non riesce a controllare la reazione a catena della frenata. Vedo il taxi bianco sbandare violentemente, si alza un enorme nuvola di fumo bianco, segno che qualcuno ha inchiodato violentemente e poi da dietro il taxi bianco spunta una punto con il muso completamente sfondato. Il taxi è ora di traverso sulla terza corsia, la punto si è spostata sulla corsia centrale e dietro mi sembra di vedere un piccolo groviglio di macchine coperte dal fumo bianco. Il traffico in quel punto si arresta di colpo.
Io mi sposto in corsia centrale e continuo a seguire la scena che si allontana nel mio specchietto retrovisore. Spero veramente che ciò a cui sto assistendo non sia qualcosa di troppo grave.
Inizio a realizzare quanto mi è successo ed avverto un forte formicolio alle ginocchia.
Sto tornando a casa ma la mia mente si è un attimo bloccata su quei due o tre secondi di dramma, che per qualche fortunato motivo, sono piombati ad una sola macchina di distanza da me.
Penso a cosa sarebbe successo se non avessi azionato le quattro frecce per anticipare la croma della frenata.
Penso a cosa sarebbe successo se avessi fatto cambiare freni e pneumatici la settimana prima con l’eventualità di una frenata più tempestiva in uno spazio decisamente più corto, quindi con la quasi certezza di arrestarmi molto prima della croma e magari finire anche io nel punto del disastro.
Penso a cosa ho assistito e soprattutto a cosa ho evitato. Una macchina di separazione…e sono ancora qui.