Treni, ritardi e fanstasmi.

Oggi ho corso, non con le mie mizuno wave rider 15, ma in un vestito grigio scuro e scarpe con la suola di cuoio. Ed ho corso dalle 5.30 del mattino per una riunione a Roma.
Alle 6.15 arrivo alla stazione del treno che avrebbe dovuto portarmi alla stazione Centrale di Milano in tempo per il Freccia Rossa dell 7 con arrivo nella capitale alle 10. La riunione era fissata per le 11. Pecccato che il primo treno ha ritardato di 20 minuti, 5 in più del margine che avevo per la coincidenza. Entrare lentamente in Centrale e vedere dal finestrino il Freccia Rossa passarmi accanto ha segnato la mia giornata. Scendo dal treno (categoria Regionale Veloce… certo, come no) ed ho giusto 15 minuti per comprare il nuovo biglietto del prossimo Freccia Rossa delle 7.20. Sono le 7.05. L’app di Trenitalia non va, che novità (#fail). Le macchine self service mi chiedono il pin della carta di credito che ovviamente non ricordo. Il biglietto è una promozione A/R in giornata, quindi niente rimborsi o cambi di orari. Faccio la coda (tesissimo) e riesco a prendere un nuovo biglietto alle 07.15 (contro l’opinione della cassiera). Ho dovuto insistere io, suvvia, non si dovrebbe fare con un cliente al limite della trasformazione nel personaggio di Dexter. Corro e riesco a salire sul Freccia Rossa delle 7.20 praticamente con un salto a porte quasi chiuse. Ok, sono a bordo, aria condizionata, caffè, dolcetto e spero che gli imprevisti siano finiti. Macchè. Oggi ho avuto il fantasma della sfortuna per tutto il tempo (certi fantasmi impiegano parecchio a svanire, vero?).Arrivato a Roma, prendo la metro e scendo a Cornelia (penultima stazione della linea A). Esco e segue le indicazioni che mi hanno dato. Peccato che erano alquanto spannometriche e mi perdo. Google Maps impreciso in quella zona e mancava il collegamento che invece sulla mappa era segnato. Diamine. Lancio un SOS via sms e mi raccolgono sotto la pioggia. Certo, mancava anche la Circe oggi. Al ritorno pensavo che sarebbe andata meglio? Falso, è andata molto peggio. Il treno di rientro a Milano è alle 17 da Termini. Esco dalla riunione alle 15.30. Ho tutto il tempo che mi serve, giusto? Sbagliato. Raggiungo la fermata del bus come indicato. Alle 15.45 passa il bus che in 5 minuti mi scarica alla metro. da Cornelia a Termini sono 10 fermate. Alle 16.30 per un guasto sulla linea sono ancora fermo a Repubblica (dopo solo 8 fermate). Eccheccavolo! Pessimismo e fastidio. Esco dalla metro insieme a tanti altri, troppi, e ci riversiamo sul bus 175 per la stazione. Avrei fatto a meno dell’effetto sardina, tra tutte le cose di oggi. Un’altra piccola corsa sulle mie scarpe in cuoio, vestito scuro e camicia azzurra, uno spettacolo sudato e pezzato. Ma almeno sul treno mi danno ancora uno spuntino e un succo di frutta. Per fortuna, nel bene e nel male, le Frecce partono sempre puntuali. Arrivato a Milano Centrale ecco l’impensabile. Il treno di ritorno verso casa è in ritardo di 25 minuti (e se avete sentito tuoni o lampi a ciel sereno, tranquilli, erano i miei turpiloqui ed insulti). Bene, vado a prendere la metro per Porta Garibaldi per un treno in partenza alle 20.47. Quando arrivo, scopro, per mia fortuna, che il treno delle 20.17 è in ritardo di 5 minuti. Parte dal secondo binario sotterraneo, quello di TreNord. Corro giù come un indemoniato e me lo vedo partire davanti ai miei occhi, ancora. Parte un rosario di imprecazioni, sconfortato e rassegnato, nuovamente pezzato nel mio bellissimo vestito molto business man. Mi trascino, attapirato, verso il binario 4 per il treno delle 20.47 (scelta iniziale). Mesto e sconsolato, mi siedo aspettando, pensando alle gioie e difficolta dell’andare e tornare da Roma in giornata, con i fanstasmi della sfortuna. Ma oggi quelli sono stati allontanati. Peccato che anche l’ultimo treno sia partito con 10 minuti di ritardo, ma oramai non contava più, era quello che mi avrebbe riportato, in ogni caso, a destinazione.