essere una beta, con molteplici bugs e continui fixing.
Tutto ciò che vedo è una beta. Smappo è una beta. Altri mie progetti sono in beta. Gli amici ed i conoscenti sono entità in un continuo stato di beta testing. Passo buona parte del mio tempo a fare bug fixing su codice esistente (essendo perennemente in beta), altro ne passo a scrivere con nuove righe di codice, in 5 differenti linguaggi di programmazione, database compresi, e questo aumenta l’entropia della fase beta. Io stesso sono una beta, con molteplici bugs e continui fixing. Gli amici lo sono anche loro. Capita ad esempio che una sera non possa raggiungerli al pub (cosa che puntuale come un orologio svizzero ho fatto per mesi). Si sono tutti arrabbiati per questa cosa. Forse che qualcuno si è preso il disturbo di chiedere il motivo della mia assenza? no, non scherziamo. Si è solo buttato un sms per sentenziare “posti anche dal cesso, potevi avvisarci”. Problemi di amicizie in beta? molto probabile!
Succede anche che una persona di mia conoscenza abbia sbagliato e nonostante sia chiaro quale siano le sue responsabilità per aver lasciato contenuti riservati visiibili da occhi non autorizzati, io debba leggere pochi giorni fa questa cosa: “è più colpa tua che mia”. Ora, che quel problema abbia innescato una sequenza irreversibile di eventi lo si deve accettare a malincuore (si poteva prestare più attenzione ed evitare di lasciare incustoditi i supporti su cui erano conservati quei dati, vero!?!?), ma nonostante questo, continuo a stupirmi di queste reazioni. Usare software beta trasforma forse le persone in medesime entità beta?
Capitano anche certe discussioni in cui si prende il volo verso confini così lontani nello spazio che lo stesso Capitano Kirk sgranerebbe gli occhi. In queste discussioni, capita di intravedere o un barlume di ragione, e lo si difende a denti stretti, o segni di difetto e debolezza, con conseguente tentativo di spostare il focus su altri fronti attaccabili. In un mondo perennemente in beta è facile cambiare velocemente obiettivo sperando di azzeccare quello più buggoso e rinfacciarlo agli altri. Nel mio piccolo, mi sono preso la soddisfazione nello sbugiardare per vie ufficiali chi ha provato a contestare il mio supporto (ovviamente anche questo in beta) partendo da una cavolata e provando a coinvolgere entità su cui non aveva alcun diritto (forse pensava di averli acquisiti per strane proprietà transitive?) e la discussione si è magicamente ridimensionata, lasciando però un interessantissimo log di quanto accaduto che fa capire nuovamente il continuo stato di beta delle cose, e delle persone, ovviamente. sigh.
Ma cos’è una BETA?
“Come noto, il termine sta ad indicare una fase dello sviluppo di un software o di un servizio su Internet in cui vengono sperimentate nuove funzioni, rinunciando alla stabilità e testando le caratteristiche” (da qui) oppure “phase following alpha, named after the Greek letter beta. It generally begins when the software is feature complete. The focus of beta testing is reducing impacts to users, often incorporating usability testing. The process of delivering a beta version to the users is called beta release.
The users of a beta version are called beta testers. They are usually customers or prospective customers of the organization that develops the software, willing to test the software for free or for a reduced price. Beta version software is likely to be useful for internal demonstrations and previews to select customers” (da qui).
Grazie a queste storie, capitate nell’arco di qualche mese, mi sono reso conto della costante beta nel mio mondo, nel mio lavoro, nel mio essere, nelle persone che vedo e sento. Dopo tutto, anche la realtà è pur sempre una beta. 🙂