Shifu e lo Zen (cosa cambia per sempre).
C’è qualcosa di molto personale nel ritornare sul luogo in cui per qualche secondo, forse meno, la propria vita è rimasta appesa ad un singolo momento in cui un incidente ha alterato il corso delle cose.
In quel secondo, per un attimo, forse la mia vita poteva cambiare per sempre. O forse no, nel senso che nel considerare il disegno più ampio delle cose, il grosso sasso che si trovava in quel preciso punto, mi ha salvato la vita, ed era in quel punto perchè lui doveva essere li in quel momento, per salvare me. O forse perchè quella non era la mia ora.
Ecco, mi piace pensare che nel disegno delle cose, lo scopo di quel sasso fosse salvare me.
Dopo tre mesi dall’incidente, sono tornato li, per ringraziarlo, per toccarlo con mano, per dedicargli uno sguardo personale e capire cosa resta di quel momento.
Nel bosco giù dal dirupo, si vedono pigne, aghi di pino ma anche i vetri dell’esplosione del tettuccio, del finestrino andato in pezzi sulla mia faccia, ci sono i resti del muso e del radiatore del mio suv.
E’ sicuramente una delle esperienze più intense della mia vita, ed in questi tre mesi, ho cercato di metabolizzare quanto mi è capitato, cosa ho rischiato, come ne sono uscito.
Ho acquisito un atteggiamento più zen verso molte situazioni che prima mi avrebbero fatto reagire coriacemente, una specie di “vivi e lascia vivere” e quando vedo odio, disprezzo, indifferenza e astio, ho capito che ora so reagire con pacatezza, razionalità e so anche divertirmene. Dopo tutto, come il sasso, se le cose sono dove sono, o vanno come devono andare, ci sarà un motivo che solo da una visione più ampia se ne può capire il perchè. (un pò come direbbe Shifu in Kung Fu Panda, ahahah)
Certo, le costole non sono al 100%, ma sono messe meglio di quanto resta della mia vecchia macchina. Ah già, quella non c’è più 🙂